Discography
Acquista il CD: HAUSMUSIK – IL TETRAONE – BEETHOVEN, SCHUBERT
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Gli strumenti ad arco utilizzati nella presente registrazione sono tutti originali o copie fedeli di strumenti d’epoca del tempo di Beethoven e Schubert, montati con corde di budello nudo per quanto riguarda le prime due di ogni esemplare, mentre le restanti si presentano rivestite in argento, secondo le tipiche montature del tempo. Sono state utilizzate copie di archi del periodo classico in uso in quegli anni.
Lo strumento a tastiera utilizzato per la presente registrazione è un fortepiano realizzato dal pianista e fortepianista americano Paul McNulty (Houston, 1953), copia fedele dell’originale prodotto da Conrad Graf nel 1819.
Conrad Graf (1782-1851), che dal 1824 poté fregiarsi del titolo di «K. K. Hofpiano und Claviermacher» («Costruttore Imperial-Regio di strumenti a tastiera per la corte»), nacque a Riedlingen (Württemberg) per poi trasferirsi a Vienna nel 1799 come apprendista. In seguito si perfezionò nella costruzione di pianoforti e nel 1804 aprì un proprio laboratorio. Già nel 1820 i suoi strumenti venivano considerati «i migliori e più rinomati a Vienna e in tutto l’impero». Graf fornì strumenti non solo a tutti i musicofili dilettanti della corte imperiale ma anche ai più importanti compositori del suo tempo come Beethoven – il cui acquisto di un fortepiano Graf è documentato nel 1825 – e in seguito Chopin, Robert e Clara Schumann, Liszt, Mendelssohn e Brahms, grandi estimatori degli strumenti a tastiera da lui realizzati.
Il fortepiano Graf realizzato in copia da Paul McNulty si rivela particolarmente adatto per l’esecuzione delle musiche di Schubert e Beethoven qui proposte. Si tratta di uno strumento dotato di quattro differenti pedali in grado di modificare il suono. Il primo da sinistra è il pedale di “una corda” che consente ai martelletti di percuotere una sola corda delle tre che vengono normalmente percosse senza l’uso del pedale. L’effetto è quello di produrre un suono più flebile e intimo, adatto a creare particolari atmosfere sonore. Il secondo, mediante l’inserimento di un lembo di stoffa tra il martelletto e le corde, funge da sordina in grado di dare vita ad un suono ovattato. Comunemente chiamato “moderatore” lo troviamo spesso indicato in Beethoven col termine di sordino. Il terzo pedale amplifica tale effetto traducendolo in doppia sordina grazie all’inserimento di due lembi di stoffa tra il martelletto e le corde, dando così origine ad un suono ancor più ovattato e rarefatto, che Schubert enfatizza indicandolo in partitura con la notazione «ppp» (ossia pianissimo). Infine, il pedale di destra, detto “di risonanza” o “di forte” ha la funzione di sollevare gli smorzatori consentendo alle corde di prolungare il suono il più a lungo possibile.
L’ambito esecutivo della produzione musicale del periodo barocco, classico e romantico tra primo Seicento e tardo Ottocento è ancora oggi in continuo fermento da quando, a partire dallo scorcio conclusivo del Novecento, si è inaugurata la stagione del cosiddetto approccio filologico condotto con rigorosi criteri di ricerca scientifici e grazie all’utilizzo di strumenti originali o di copie moderne fedeli agli esemplari d’origine. L’ensemble da camera «Il Tetraone» crede fortemente nella scelta della prassi esecutiva filologica per restituire all’ascoltatore, nella loro interezza, tutte le caratteristiche sonore e lessicali dell’universo musicale europeo nei secoli che segnano il passaggio dall’età barocca a quella classica e romantica. Un concetto confermato da Ottavio Dantone quando afferma: «È necessario continuare e approfondire la ricerca del linguaggio e di tutte le componenti che aiutano a rivelarlo ai nostri occhi e alle nostre orecchie».
La ricerca degli equilibri tra gli strumenti, delle dinamiche e dell’intensità espressiva, si arricchisce di una gamma più varia e più ampia di sfumature attraverso l’uso di strumenti originali, con montature e accordature del tempo. L’uso di archi classici, archi di transizione tra gli archi barocchi e gli archi moderni comunemente usati, rende molto più semplice e ricco di possibilità il discorso musicale e la realizzazione delle articolazioni tipiche del linguaggio classico. Le caratteristiche strutturali degli strumenti antichi presentano una serie di accorgimenti tecnici in grado di far esaltare e risaltare, con maggiore fedeltà rispetto a quelli moderni, le caratteristiche sonore risultanti dallo studio della prassi esecutiva dei secoli passati.
Riccardo Ravani
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The keyboard instrument used for this recording is a fortepiano made by the pianist, Paul McNulty (Houston, 1953), a faithful copy of the original one by Conrad Graf in 1819.
Conrad Graf (1782 – 1851), nominated in 1824 as “Imperial Royal Court Fortepiano Maker” (“K.K. Hofpiano und Claviermacher”), was born in Riedlingen (Württemberg) and came to Vienna in 1799 as an apprentice. After refining his skills in piano making he opened his own workshop in 1804. By 1820 his instruments were considered “the best and most famous in Vienna and throughout the Empire”. Graf made pianos not only for all the music-lovers of the Imperial Court, but also for the leading composers of the day like Beethoven- whose purchase of a Graf piano is documented in 1825. Chopin, Robert and Clara Schumann, Liszt, Mendelssohn and Brahms also held his keyboard instruments in high esteem.
Paul McNulty’s remake of the Graf piano is particularly suited to the music of Schubert and Beethoven proposed in this CD. The instrument has four different pedals, which enable the player to modify the sound. The leftmost pedal is the “one string” pedal, which enables the hammers to strike one string of the three which are normally struck without the use of the pedal. The effect produced is to give a delicate and confidential sound. The second pedal, with the insertion of a piece of cloth between hammer and strings, creates a muted sound. This effect is enhanced by the third pedal, which inserts two pieces of cloth between hammer and strings, creating a very soft sound, an effect which Schubert specifically wrote on the score as «ppp». (pianissimo). Finally, the pedal on the right, the so-called “resonance” or “forte” pedal, lifts up the dampers, allowing the strings to resonate longer.
The string instruments used for the present recording are either authentic or faithful copies of original instruments of Beethoven and Schubert’s time, mounted with plain gut on the first two strings, while the others are mounted in gut covered with silver, in line with the typical setting of the time. Copies of bows from the 18th century were used.
The execution of music from the baroque, classical and romantic periods ranging from the beginning of the 17th century to the end of the 19th century still arouses excitement today, especially since the introduction, at the end of the 20th century, of historically informed performances, based on rigorous criteria deriving from scientific research, and the use of early instruments of the period or faithful copies of the original. The chamber ensemble «Il Tetraone» strongly believes in the choice of historically informed practice as a way of bringing back to the listener all the authentic sounds of European music over the centuries which mark the passage between the aforementioned periods. A belief confirmed by Ottavio Dantone in a recent interview when he said “We must continue in-depth research into the language of music and all the components which help reveal it to our eyes and ears”.
The research in equilibrium within the instruments, into dynamics and intensity of expression has highlighted an enhanced range of nuances with the use of authentic instruments. Also the use of bows from the 18th century, which are a transition type between baroque and the more common used modern bows, enriches the possibilities of musical phrasing and way of articulation typical of the classical period. The structural features of original instruments present the players with a series of techniques enabling them to exalt the sonorous characteristics that emerge from the study of historically informed performance, much better than their modern companions.
Riccardo Ravani